Scotoma at Loggia Pallace

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Razstava / Exhibition

 

Odprtje: petek, 14. maj 2021 ob 19. uri in bo na ogled do 27.junija 2021.
Opening:
Friday, 14th of May, 2021 at 7 pm until 27th of June, 2021.
Lokacija / Location: Loggia Pallace, Koper
Organizator / Producer: MGML Ljubljana , Ljubljana

 

 

 

DK’s Scotoma

With Scotoma, DK focuses on the premises of quantum theory that has long occupied the thoughts of both physicists and philosophers alike, and has always been deeply rooted in human understanding, from ancient texts to postmodern metaphysics – namely, that the observer, by the very act of observing, co-creates observed reality. DK links this potential with the idea of scotomata. In medicine, a scotoma is a spot in the field of vision where vision is either impaired or absent. It can be dark, very bright, blurred or flickering. DK uses the term in a figurative sense to mean a gap in our perception, recognition and understanding of what we have seen – a mental process, in other words. DK has created an astonishing body of photographs taken in the immediate vicinity of his studio: although invariably abstract and containing no reference to the actual motif, the images are pregnant with visual elements that not only intensify the aesthetic impression but also serve as powerful vehicles for the content he is trying to convey.

 

Consisting of six independent series, combined to form a distinct whole, the exhibition invites the viewer to become aware of, and even transform, his or her own manner of seeing it. In the photographs in Memories of Tomorrow we still make out archetypal dream landscapes: aided by the creative work of our consciousness, we are still able to follow the artist on his journey across the world. At the same time, the images act as a warning that the hopelessness of contemporary society must inexorably lead to the destruction of our planet as we know it today, leaving it to exist tomorrow only in the form of memories. The Premonition and Behind the Eyelids series, which are placed next to each other, are much more removed from reality, inviting us to ask ourselves: What is real? What do we really perceive? What do we merely think we see and think is real? From here we come to Gloom, the realm of apparitions. The ideal state is one where the act of observing has been replaced by blind gaze, which is represented by the quiet but strong inner vibrations of the photographs in the Almost Hope series. There is no expectation in this way of perceiving the images, no thought and no judgement, making it the only possible way of seeing Truth. Once we have crossed the border into the final space, Darkening, and have acquired this new skill of blind gaze, the reality of our contemporary society opens up before us, our increasingly polarized society, which, through various recontextualizations and “correctness”, sinks into an expressionless gray conformism and culminates in a completely dark single-mindedness.

 

The “DK: Scotoma” exhibition is accompanied by a publication containing over 100 photographs and two texts written by the curator of the exhibition Dr. Marija Skočir and the philosopher Dr. Marina Gržinić.

DK: Scotoma

DK è uno degli esponenti più in vista della fotografia d’autore della generazione di mezzo in Slovenia. Sino ad oggi ha creato un opus piuttosto consistente, con un approccio originale alla fotografia – visuale e concettuale – e in questo contesto la serie Scotoma è indubbiamente un’opera eccellente. “Si tratta di un fotografo che nel corso di tutta la sua carriera ha sviluppato parallelamente l’interesse e la pratica in diversi campi: dalla fotografia documentaria, perfino da reportage, alle serie, che sono un modo riconoscibile e critico di affrontare determinati fenomeni della realtà sociale, per arrivare all’astrazione pura, che fino ad ora, in tutte le sue presentazioni, era stata quella meno rappresentata, ma che proprio per questo motivo si è andata via via sviluppando, al fine di raggiungere l’istante che sarà maturo per simili idee” ha scritto la curatrice Marija Skočir nel catalogo che accompagna la mostra.

 

La mostra Scotoma, che sarà visitabile dal 14 maggio al 27 giugno 2021 nella Galleria Loggia di Capodistria, è nata dalla collaborazione con la Galleria Jacopic – Museo e gallerie della città di Lubiana (MGML) e lo Strip Core / Forum Ljubljana. Allestita per la prima volta nella galleria lubianese nel 2019, ha avuto un forte impatto nell’ambiente della fotografia contemporanea slovena. DK utilizza abilmente il fenomeno fisiologico visivo dello scotoma, che dà il titolo alla serie e alla mostra, specie nella sua accezione figurata: per mezzo delle fotografie egli indaga l’orizzonte della percezione ed esplora il rapporto tra reale e immaginario, tra verosimile e falso. Scotoma è una riflessione fotografica enigmatica, che esprime con forza le emozioni più intime. Le fotografie rimangono come vere e proprie tracce dell’incontro a più livelli dell’autore con il mondo, della sua percezione subconscia, della sua reale comprensione, delle sue sensazioni e dei suoi sentimenti. Il sottile racconto visuale, che si concentra sulla differenza tra osservare e vedere quale processo mentale, sfida l’osservatore a seguire e modificare il proprio modo di guardare. DK è convinto che la coscienza dell’uomo sia partecipativa e che nel processo del guardare crei la forma degli oggetti ovvero la realtà stessa.

 

Le opere esposte sono nate tra gli anni 2014 e 2019, sebbene Scotoma, per la sua stessa natura, sia un’opera che non può definirsi conclusa e che si andrà completando sino a quando l’autore sarà attivo. In questo momento tale opus, che è interamente concepito su ambienti e avvenimenti reali, è composto da sei serie di fotografie, compiute ma collegate tra loro da titoli eloquenti: Ricordi di domani, Premonizione, Dietro le palpebre, Crepuscolo, Quasi speranza e Verso il buio.

 

A causa di tutto ciò che crea la nostra coscienza, nelle foto della serie Ricordi di domani percepiamo ancor sempre paesaggi archetipici attraverso i quali possiamo seguire il “viaggio” dell’autore intorno al mondo. La macchina fotografica diventa la fabbrica dei sogni e possiamo leggere le immagini come un diario intimo delle “partenze” dell’autore, senza che egli si allontani dal proprio cortile. Dimostrano la forza della fotografia, che è in grado di teletrasportarci. Come dice DK: “Non viaggio per fotografare. Fotografo per viaggiare.” Allo stesso tempo ci avvertono che la situazione senza speranza in cui versa la società contemporanea conduce inevitabilmente verso la distruzione di tutto ciò che oggi conosciamo come il nostro pianeta e che domani esisterà soltanto come un ricordo. Le serie giustapposte, intitolate Premonizione e Dietro le palpebre, ci allontanano sempre più dalla realtà. Le immagini nascono e registrano i momenti in cui si scontrano la realtà quotidiana e l’inconscio dell’artista: ci inducono a interrogarci su che cosa percepiamo effettivamente e su quello che invece pensiamo di vedere e crediamo sia reale, ma sempre con il desiderio di scorgere ciò che si cela dietro all’apparenza, ciò che non è ostacolato dal nostro osservare ed è dunque Reale. DK sposta l’atto dell’osservazione verso una visione cieca. Ma lo spostamento non è ovvio e le immagini della serie Crepuscolo mostrano fasi diverse, non riuscite, di questo passaggio. La visione di ciò che sta dietro all’apparenza è rappresentata da una silenziosa ma forte vibrazione interna nella serie Quasi speranza. Le foto illustrano un campo indifferenziato e indifferente, svuotato di ogni aspettativa, ragionamento, giudizio che rende possibile l’unica maniera per vedere la Verità. Tuttavia, superando la frontiera dell’ultimo ambiente, dove si trova la serie Verso il buio, e con la nuova abilità della visione cieca, davanti a noi compare improvvisamente la nostra realtà sociale contemporanea – una società sempre più polarizzata, che attraverso svariate ricontestualizzazioni e “correttezze” affonda nel grigiore inespressivo del conformismo e sfocia nel buio completo del totalitarismo.

 

La mostra è correlata da un catalogo con due saggi introduttivi della filosofa Dr. Marina Gržinić e della curatrice Dr. Marija Skočir.